AGESCI: dal 1974 al 1994

La crisi avvertita dentro e fuori l’Associazione intorno agli anni dell’unificazione AGI-AGESCI (1974) si manifesta, anche sicuramente per condizioni contingenti locali, soprattutto nella branca Rover. Mancando un Capo per il Clan, dai censimenti risulta che, nell’autunno del 1970, iniziò l’esperienza del Clan cittadino comprendente rover del Monfalcone I e II. La staff di unità era composta da Gianni Raspar, Ferdinando Bertani e l’A.E. don Guido Baggi. Al Clan cittadino di soli rover si aggregò nel ’72 il gruppo delle scolte, guidate da Adriana Boscarol. Così risulta infatti dalla Route effettuate insieme a Collina (’72), intorno alle Tre Cime di Lavaredo (’73) ed a Tarvisio (’74). Questo lavoro congiunto fu ufficializzato con i censimenti del ’75 e, dal ’77, la Comunità R/S viene qualificata come unità mista e nell’estate del ’75 otto persone parteciparono alla Route Nazionale in Piemonte, località “La Mandria”. Ma l’esperienza del Clan cittadino divenuto troppo numeroso e di difficile conduzione si conclude nello stesso anno. La composizione del clan è più complessa di quanto dicono i numeri poiché solo l’analisi dei nomi e delle provenienze dei censiti fa capire come in questi anni il clan comprendesse anche i primi rover di Largo Isonzo e qualche Novizio Rover di Staranzano. Questo ci riprova che le storie dei tre gruppi sono fortemente intrecciate e che nei momenti di difficoltà, magari con fatica sofferta, non ci siamo chiusi ciascuno nel suo piccolo. Momenti unificanti sono stati anche quelli di festa come la celebrazione del Cinquantesimo dell’ASCI e del Venticinquesimo dell’AGI nel 1974 ed il rinnovo della promessa, il 25 aprile, festa del patrono San Giorgio, incontro che fa parte della tradizione per tutte le unità del Monfalcone I. Gli anni immediatamente successivi all’unificazione vedono la Comunità Capi impegnata nell’approfondimento degli aspetti metodologici e dei problemi connessi con la coeducazione.

La stessa è intenzionata a produrre il Progetto Educativo; significativi in tale proposito sono l’analisi dell’ambiente cittadino, fatta attraverso un’indagine statistica ed il confronto sui valori sintetizzato nel “Progetto Uomo”. Indicazioni circa come agire in questo campo vengono date sia negli incontri di Zona che nella Comunità Capi di cui à animatore Paolo Buzzulini. Egli lascerà la sua impronta restando alla guida del Gruppo per sei anni dal ’75 all’81, affiancato prima da Adriana Boscarol poi da Silvia Altran ed infine da Flavia Menazza; contemporaneamente sono A.E. don Guido Baggi e don Eugenio Biasiol. Per un paio d’anni Paolo Buzzulini resterà ancora quale animatore all’interno della Comunità Capi poiché, in associazione, c’è in quegli anni la tendenza a mantener distinti il ruolo della direzione – Capo Gruppo – da quello dell’animazione – animatore di Co.Ca. – appunto. Il gruppo sceglierà di aver un branco misto chiudendo l’esperienza del Cerchio delle coccinelle, tre reparti di cui 2 maschili ed uno femminile e la Comunità mista Rover/Scolte. Colonne portanti dei reparti sono Gianfranco Altran e Mafalda Crasnich che li guideranno per vari anni. Il 6 maggio del ’76 la nostra regione è sconvolta dal terremoto: grazie ad una mobilitazione notturna Rover, Scolte e Capi furono, assieme alla colonna organizzata dal Comune, tra i primi soccorritori. Fu un coinvolgimento generale che durò a lungo e ci vide impegnati in vario modo e su vari fronti in un servizio che mise alla prova la nostra capacità di essere solidali, la nostra testimonianza cristiana, il nostro impegno sociale nel territorio. Il servizio extrassociativo, fortemente voluto in quegli anni, si esprime nel ’77/’78, in un’esperienza che passa sotto il nome di “doposcuola”, ma che in realtà vede alcuni rover e scolte coinvolti in una difficile opera di assistenza sociale e recupero di bambini disadattati.[…] Nella primavera del ’79 la Comunità Capi si prepara assieme alle altre di tutta l’AGESCI alla Route Nazionale che, nell’agosto si effettuerà a Bedonia, in Val di Taro.[…] Nel dicembre dell’82 l’AGESCI pubblica il Progetto Unitario di Catechesi – dalla Promessa alla Partenza –; nelle mani dei Capi potrebbe far riscoprire tutte le potenzialità del metodo informandolo della sua specifica spiritualità per portare i ragazzi alle scelte fondamentali di vita seguendo Cristo.

Non siamo all’altezza. Negli anni successivi e fino all’86, pur realizzando le consuete attività estive ed in sede, il gruppo si dibatte con una serie di problemi: la numerosità e debolezza del clan, la grande domanda di entrare in associazione da parte di lupetti/e ed esploratori e guide, l’entrata in Comunità Capi di adulti, privi o quasi di un passato scout. È questo un fenomeno abbastanza diffuso su scala nazionale che dimostra l’alzarsi della domanda educativa – lo scautismo è pur sempre una buona esca – ed il tentativo di far fronte ad essa accogliendo adulti dall’esterno e formandoli attraverso appositi campi scuola per extrassociativi. Date queste condizioni, il reparto maschile “Il Grappolo”, aperto nel ’78, vive fino all’86 quando si fonde con l’altro reparto maschile “San Michele”: questo è il motivo per il quale l’attuale reparto maschile si chiama “San Michele-Grappolo” [N.d.R. poi fusosi nel 2010 con il Reparto Femminile S. Giovanna d'Arco andando così a formare il Reparto Misto “Fenice Selvaggia”].
Nel 1982, si chiude il Branco “Orione” che era stato aperto nel 1973. Dato l’alto numero di Rover e Scolte si costituirono due Clan: uno guidato da Paolo Pinelli e Simonetta Bernobini, l’altro guidato da Ettore Tognan e Mafalda Crasnich, A.E. è don Gianfranco Rigotti: entrambi i Clan si preparano alla Route Nazionale dei Piani di Pezza (’86).[…] Nell’86 il gruppo vive la crisi più grave degli ultimi vent’anni, si riesce a formulare il Progetto Educativo così detto “della riscossa” ritornando agli essenziali valori di vita e di scautismo, ma nella Comunità restano quattro persone. La sopravvivenza delle unità è però garantita e con saggezza: i due reparti maschili erano stati infatti fusi in uno, gli A.E: don Flavio Zanetti e don Fulvio Ostroman sono completamente coinvolti in quest’opera di ricostruzione, si mettono insieme le forze effettuando, ad esempio, il Campo di reparto maschile e femminile contemporaneamente. Questo lavoro in profondità e questo impegno intenso e costante non impediscono all’esiguo gruppetto dei Capi di occuparsi della situazione delle Squadriglie libere di Duino-Aurisina-Borgo San Mauro, grazie alla presenza ed al servizio in quel territorio di Giorgio Cusma che era entrato nella Comunità Capi già nel 1984.

Il suo apporto e la sua esperienza sono serviti negli anni non solo a sostenere lo scautismo sull’altopiano carsico, ma anche a consolidare la competenza di chi seguiva i reparti in città. Le Squadriglie libere del territorio carsico diventarono Riparto misto “Monte Ermada”, censito per la prima volta nell’86 con Capo Reparto Massimo Giovanetti. Si cerca in tutti i modi di perfezionare la proposta che viene fatta ai bambini, ai ragazzi ed ai giovani attraverso una formazione più profonda e più tecnica dei Capi. Con il Progetto Educativo dell’89 vengono attualizzati i temi della Fede, dello Stile Scout e della Competenza per i lupetti/e, per le guide e gli esploratori e per i rover e le scolte. Ogni attività diventa più motivata e mirata, i Capi mettono al vaglio la loro scelta di fede, il loro stile di vita, le loro abilità sentendosi responsabili di trasmettere tutto ciò ai ragazzi con l’esempio e con la parola. Anche coloro che sono entrati successivamente nella Comunità Capi hanno avvertito di essere incamminati su questa strada e che migliorando se stessi era possibile far vivere ai ragazzi uno scautismo più vero, più incisivo nella formazione del carattere.
Ecco allora i primi tentativi di calare la catechesi dentro le situazioni vissute insieme e le esperienze scout, ecco i Capi Reparto catechisti per la cresima dei loro ragazzi/e; ecco i campi estivi con i reparti, diventati nel frattempo tre – San Michele-Grappolo, Santa Giovanna d’Arco, Monte Ermada – incentrati sulla natura o sulla pionieristica o sulle specialità per la progressione personale, ecco infine l’impegno per far esprimere ai rover ed alle scolte i loro ideali e le loro mete concrete nella “Carta di Clan”. Ci si è incamminati su questa strada con la convinzione di non potersi mai considerare giunti alla meta: in questo senso vanno viste anche le esperienze di partecipazione al Jamboree (Seoul-Corea-91) con un esploratore e la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù (Denver – Colorado, Usa - 93) con un rover. La dimensione internazionale ed ecumenica di questi eventi ha avuto una ricaduta nelle unità ed è stata un fatto nuovo sentito come tale da tutto il gruppo. Nell’agosto ’94 il Clan ha ospitato nella nostra regione l’operazione TRE FOGLIE che ha visto su tutto il territorio nazionale gli incontri di tre reparti o tre clan tutti italiani o anche stranieri: essi hanno vissuto insieme l’esperienza del campo estivo e quella della Strada e del Servizio.