La Rifondazione

Il 25 Luglio del ’43, quando viene decretata la fine del regime fascista dallo stesso Gran Consiglio del fascismo, vede il territorio monfalconese in una particolare situazione per niente tranquilla e sicura a causa sia dei tedeschi ancora presenti che dei partigiani. Già nell’ottobre del ’43, nonostante non si respirasse ancora l’aria della libertà, Giovanni Marassi e Giovanni Perazzi aggregarono attorno a sé Nino Fragiacomo, Enzo Visintini, Alfio Ragnacci, Attilio Devescovi e altri con l’intenzione di formare attraverso un vero corso, i futuri capi dell’ASCI che si sarebbero impegnati a Monfalcone ed in diocesi. Il corso fu completato nel febbraio del ’44, ma di quasi tutti i componenti di questo primo gruppo, a causa degli eventi legati alla Resistenza in questa nostra terra ed a non pochi problemi di lavoro, si persero le tracce. Sta di fatto che solo nel maggio del ’45 dopo la fine della II Guerra Mondiale Marassi e Perazzi, ricchi del loro coraggio e della loro perseveranza ricostruirono un gruppo di giovani futuri capi, essi erano: Gino Bettella, Ezio Bottegaro, Walter Modesti, Giorgio Pellizzoni, Mario Spanghero, Antonio Tanzariello, Umberto Vidali. Da questo momento fino al 27 aprile del ’47, si lavora per costituire il gruppo in tutte e tre le branche in quanto era consuetudine allora far coincidere la fondazione con la promessa di tutti quelli che volevano aderire all’associazione, in presenza dei rispettivi capi e dirigenti. Dopo i sanguinosi “quaranta giorni titini” della primavera ’45 era stato possibile contattare Piero Visintini e Matteo Radossi, e recuperare l’originale prima Fiamma custodita con amore da quest’ultimo ed il Crocefisso della prima sede custodito dai padri francescani della Marcelliana.

Poiché le costituende squadriglie avevano trovato ospitalità nello scantinato-cappella dell’oratorio San Michele, il risorto gruppo Monfalcone I “San Michele” non avrà più motivo di ritornare alla Macelliana, suo luogo d’origine. Che il patrono del gruppo e quello dell’oratorio sia San Michele è una pura coincidenza poiché la scelta del santo è avvenuta in momenti diversi e per motivi diversi: per il gruppo infatti si tratta dell’arcangelo fedele a Dio, per l’oratorio, nelle intenzioni del fondatore, don Pietro Fanin, si tratta del monte San Michele teatro di tragedia di tante giovani vite stroncate nella Grande Guerra e monito quindi a “costruire” i giovani nella pace. In questo nuovo contesto logistico e storico, la prima preoccupazione fu quella di formare i Capi Squadriglia. La Squadriglia delle “AQUILE” che comprese i primi era formata da: Giovanni Perazzi, Gino Bettella, Ezio Bottegaro, Mario Spanghero, Antonio Tanzariello, Umberto Vidali. Essi pronunciarono il 14 ottobre del ’45, nella chiesetta del SS. Redentore, presente don Ferdinando Tonzar, A.E. della prima ora, ritornato a Monfalcone dopo esser stato parroco a San Pier d’Isonzo. è sorprendente rilevare, oggi, come in quei tempi tormentati e difficili lo scoutismo dell’ASCI avesse una grande apertura sul territorio tenendo a cuore non solo i rapporti tra le persone, ma la diffusione dell’associazione scout cattolica nel monfalconese come risposta al bisogno urgente di aggregazione e formazione delle coscienze dei giovani. […]

Tratto da “Il significato di una presenza” - 1995